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C 3617 recante “Disposizioni concernenti il divieto di circolazione dei veicoli pesanti e dei mezzi commerciali privi di filtro antiparticolato, nonché concessione di contributi per l'adeguamento dei medesimi”
Camera dei deputati
Nota di approfondimento a cura del Comitato di Redazione ACI 29.10.2010 L’atto n. C 3617 recante “Disposizioni concernenti il divieto di circolazione dei veicoli pesanti e dei mezzi commerciali privi di filtro antiparticolato, nonché concessione di contributi per l'adeguamento dei medesimi” presentato alla Camera di iniziativa dell’On. Cosenza ed altri, è stato assegnato per l’esame in sede referente alle commissioni riunite IX (Trasporti, poste e telecomunicazioni) e X (Attivita' produttive, commercio e turismo). L’analisi in Commissione non è ancora iniziata ma sono già stati richiesti i pareri delle commissioni 1ª (Aff. costit.), 5ª (Bilancio), 8ª (Ambiente), 14ª (Pol. comun.). Il disegno di legge affronta il problema dell'inquinamento dell'aria generato dai gas di scarico dei veicoli a motore e dalla presenza delle polveri sottili, vietando la circolazione, sul territorio nazionale a decorrere dal 1o gennaio 2014, dei veicoli pesanti e dei mezzi commerciali privi dei filtri antiparticolato (questi infatti sono causa del 60 per cento dello smog che si accumula). Inoltre si prevede l'istituzione di un fondo statale per incentivazione della rottamazione dei veicoli pesanti e dei mezzi commerciali inquinanti e per l'installazione dei filtri antiparticolato. Si riporta di seguito lo schema del disegno di legge con la relazione di accompagnamento. PROPOSTA DI LEGGE d'iniziativa del deputato Cosenza Disposizioni concernenti il divieto di circolazione dei veicoli pesanti e dei mezzi commerciali privi di filtro antiparticolato, nonché concessione di contributi per l'adeguamento dei medesimi Presentata il 9 luglio 2010
Onorevoli Colleghi! — Il problema dell'inquinamento dell'aria generato dai gas di scarico rappresenta una grave emergenza per l'Italia. Il nostro Paese, di fronte a questa emergenza, non ha finora saputo dare risposte concrete e organiche puntando invece su misure occasionali e, alla luce dei fatti, completamente inutili come le domeniche con blocco alla circolazione dei veicoli o le giornate con permesso di circolazione dei veicoli a targhe alterne. Il risultato è che già nel marzo 2010 le maggiori città italiane, a nord come al sud, hanno superato il tetto annuo consentito dai parametri europei per il superamento dei limiti di concentrazione delle polveri sottili nell'aria. Proprio le polveri sottili sono le più gravi minacce, in particolare per la salute degli italiani che vivono nelle città; secondo uno studio di Nomisma pubblicato nei giorni scorsi e condotto nelle quindici città italiane più popolate, sarebbero quasi 6.000 i decessi annui nelle aree a maggiore tasso di urbanizzazione riconducibili alla presenza ormai fuori controllo di polveri sottili nell'aria. L'estrema gravità della situazione italiana è stata confermata dalle seguenti azioni della Commissione europea: 1) il 28 settembre 2009 (decisione C(2009)7390) il diniego alla quasi totalità delle richieste da parte dell'Italia di applicare deroghe, per numerose zone del nord Italia, in termini di concentrazione di polveri sottili nell'aria-ambiente; 2) il 1o febbraio 2010 (decisione C(2010)490) il rifiuto (con la sola eccezione dell'area del beneventano) a tutte le richieste di deroga relative alle aree più densamente popolate della Campania, della Puglia e della Sicilia; 3) il 5 maggio 2010 il secondo e ultimo avvertimento all'Italia per il mancato rispetto degli standard in materia di qualità dell'aria-ambiente affermando la volontà, qualora nei prossimi mesi il nostro Paese non assuma concrete e decisive misure in materia, di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea avviando così la procedura di infrazione per violazione della direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008. Oltre alla necessità di non far correre all'Italia il rischio di dover pagare una pesantissima multa che potrebbe raggiungere i 2 miliardi di euro per la violazione dei citati obblighi dell'Unione europea, a richiamarci a un maggiore e più concreto impegno per ridurre la concentrazione di polveri sottili è anche l'urgente necessità di garantire agli italiani una qualità dell'aria salubre. In tale contesto, ferma restando la necessità che il nostro Paese si doti di un più complessivo piano strutturale per prevenire e contrastare l'eccessiva concentrazione di polveri sottili nell'aria-ambiente, la presente proposta di legge prevede disposizioni che possono incidere positivamente sull'inquinamento legato alla circolazione dei veicoli pesanti: infatti questi ultimi sono causa del 60 per cento dello smog che si accumula in Italia e rappresentano, quindi, il terreno in cui è più urgente intervenire in tempi immediati. L'articolo 1 della presente proposta di legge: al comma 1 vieta la circolazione, sul territorio nazionale a decorrere dal 1o gennaio 2014, dei veicoli pesanti e dei mezzi commerciali, pubblici e privati, privi dei filtri antiparticolato, i quali hanno lo scopo di evitare la produzione, a seguito delle reazioni chimiche che avvengono nella fase di combustione nel cilindro, di alcune sostanze inquinanti particolarmente dannose per la salute degli esseri viventi; al comma 2, in vista della dotazione dei filtri antiparticolato prevista per il 2014 e quindi in via transitoria, si introduce il divieto di circolazione dei veicoli pesanti e dei mezzi commerciali privi di filtri antiparticolato durante le ore diurne nelle numerose zone del Paese per le quali la Commissione europea, tra il 2009 e il 2010, ha negato le richieste di deroghe alla concentrazione di polveri sottili nell'aria-ambiente. Si sottolinea come tale misura sia suscettibile di effetti positivi non solo sui livelli di inquinamento, ma anche, pur in subordine, sui livelli oggi sempre più insopportabili di congestionamento delle strade italiane, sia urbane che extraurbane, durante il giorno. Infine, l'articolo 2 della presente proposta di legge prevede l'istituzione di un fondo statale per incentivare la rottamazione dei veicoli pesanti e dei mezzi commerciali inquinanti e l'installazione dei filtri antiparticolato. PROPOSTA DI LEGGE Art. 1. 1. A decorrere dal 1o gennaio 2014 è fatto divieto di circolare sul territorio nazionale ai veicoli pesanti e ai mezzi commerciali, pubblici e privati, privi di filtri antiparticolato. 2. Per il periodo intercorrente tra la data di entrata in vigore della presente legge e il 1o gennaio 2014, in ogni caso i veicoli pesanti e i mezzi commerciali privi di filtri antiparticolato non possono circolare durante le ore diurne nelle zone di cui all'articolo 2 della decisione C(2009)7390 della Commissione, del 28 settembre 2009, e di cui all'articolo 2 della decisione C(2010)490 della Commissione, del 1o febbraio 2010. Art. 2. 1. Per il periodo intercorrente tra la data di entrata in vigore della presente legge e il 1o gennaio 2014, al fine di incentivare la rottamazione dei veicoli pesanti e dei mezzi commerciali privi di filtri antiparticolato o l'installazione su di essi di filtri antiparticolato è istituito, presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, un fondo per la concessione di contributi ai soggetti pubblici e privati. 2. Le modalità di funzionamento del fondo di cui al comma 1, nonché la quota parte del costo unitario dei filtri antiparticolato coperto dai contributi in esso affluiti, sono stabilite con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da emanare, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge. 3. La dotazione del fondo di cui al presente articolo è stabilita in 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012. Al relativo onere si provvede mediante riduzione lineare degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa determinate dalla tabella C allegata alla legge 23 dicembre 2009, n. 191. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
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