- Atti preparatori
- Economia dei trasporti e della mobilità
- Dott.ssa Maristella Giuliano
Disposizioni per agevolare la mobilità delle persone anziane
Camera dei deputati
Disegno di legge n. C 1135
PROPOSTA DI LEGGE N. 1135
d'iniziativa del deputato NASTRI
Agevolazioni per favorire l'uso del telepass da parte dei cittadini ultrasessantacinquenni
Presentata il 3 giugno 2013
Onorevoli Colleghi! Il numero delle persone oltre i sessantacinque anni di età è in rapido aumento in tutto il mondo, provocando una vera e propria «rivoluzione demografica». Sebbene la situazione non sia catastrofica, tuttavia sia i Paesi sviluppati sia quelli in via di sviluppo si troveranno nei prossimi anni ad affrontare una seria sfida politica.
Il numero delle persone con più di sessantacinque anni di età ha registrato, in mezzo secolo, un forte aumento e, secondo l'Ufficio internazionale del lavoro, è prevedibile un'accelerazione del fenomeno nei prossimi cinquant'anni. Nei Paesi sviluppati, ad esempio, le persone oltre i sessantacinque anni sono passate dall'11,7 per cento della popolazione totale nel 1950 al 19,4 per cento nel 2000, pari a un aumento del 66 per cento.
Dal 2000 al 2050 si potrebbe raggiungere la quota del 33,5 per cento, pari a un ulteriore aumento del 72 per cento. Perfino nei Paesi in via di sviluppo, le cui popolazioni sono più giovani rispetto a quelle dei Paesi industrializzati, l'aumento delle persone anziane è ancora più marcato. Dal 1950 al 2000, sono passate dal 6,4 per cento al 7,7 per cento, con un aumento del 19 per cento. Fino al 2050 si prevede un aumento del 150 per cento, pari al 19,3 per cento della popolazione totale.
Un aumento ancora più accentuato si registrerà fra le persone con più di ottanta anni di età: nei Paesi sviluppati passeranno dal 3,1 per cento del 2000 al 9,6 per cento nel 2050, con un incremento del 200 per cento; nei Paesi in via di sviluppo, dallo 0,7 per cento del 2000, il 3,3 per cento nel 2050, con un aumento del 400 per cento.
Le cause di ciò risiedono principalmente nel calo delle nascite, nel declino generale del tasso di fertilità e nel miglioramento delle condizioni di vita e, quindi, della salute, che porta alla conseguenza di un allungamento della vita media.
Le nostre società, dunque, stanno invecchiando e i cambiamenti demografici ai quali assistiamo le ristruttureranno profondamente: i mutamenti economici e sociali che già si profilano ci obbligheranno, infatti, a trovare nuovi modi per vivere, per lavorare e per prenderci cura gli uni degli altri. Dal punto di vista demografico non vedremo più società simili a quelle del passato, con un'ampia base costituita da giovani e da pochi anziani.
La vitalità delle nostre società, pertanto, è legata – e lo sarà sempre di più – alla capacità che i governi sapranno dimostrare nell'assicurare che le persone di ogni età, compresi anche gli anziani, ricavino un reddito dignitoso dalla loro vita attiva o dalla loro pensione e abbiano la possibilità di continuare a partecipare alla vita collettiva tramite il lavoro, l'impegno nel sociale o in altre attività.
In questo quadro, l'Italia è il Paese al mondo in cui l'invecchiamento della popolazione è più intenso e veloce, come confermato dal rapporto «Health and Ageing» pubblicato qualche anno fa; il fenomeno ha un'intensità e una velocità maggiore che in altre nazioni, soprattutto in conseguenza del fatto che nel nostro Paese c’è una delle più alte aspettative di vita alla nascita.
Un'indagine condotta nell'ambito di «Gold Age - Forum internazionale della terza età» conferma questa tendenza. Gli anziani italiani del terzo millennio sono sempre più numerosi e attivi, vivono più a lungo e nell'80 per cento dei casi conservano la voglia di lavorare, di studiare, di viaggiare, di svolgere attività di volontariato. L'indagine sottolinea, altresì, come l'età anziana finisca con il dare di più di quanto riceva dalle altre generazioni, sia in termini di denaro per le spese quotidiane di consumo, sia in termini di aiuti in denaro per l'acquisto di beni importanti come la casa e l'automobile, sia di aiuti di tipo personale, che vanno dal mettere a disposizione il proprio tempo per sopperire alle necessità familiari, al disbrigo delle pratiche burocratiche.
In questo quadro è necessario apprestare strumenti adeguati a soddisfare i nuovi bisogni evidenziati da una società «più matura», dove le persone possano sentirsi attive e partecipi anche nella terza parte della loro vita.
La presente proposta di legge, che riproduce l'atto Camera n. 3384 della XVI legislatura, va in questo senso: favorire la mobilità per lavoro o per diletto degli anziani renderà sicuramente la loro esistenza meno difficoltosa perché possano essere un punto di riferimento per le generazioni più giovani.
L'obiettivo è quello di evitare l'esclusione sociale dell'anziano, aiutandolo a vivere il proprio presente e il proprio futuro come una vera opportunità.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
(Finalità).
1. Per i cittadini di età pari o superiore a sessantacinque anni il canone di servizio e le eventuali commissioni bancarie connesse all'utilizzo dei servizi telepass e telepass family sono posti a carico del bilancio dello Stato.
2. Il Ministro dell'economia e delle finanze stabilisce, con proprio regolamento da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, le modalità di attuazione della presente legge.
Art. 2.
(Copertura finanziaria).
1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 15 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2013, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2013-2015, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2013, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Documenti allegati
- C_1135_03.pdf 55 KB