• Normativa
  • Economia dei trasporti e della mobilità, Ricorsi
  • Dott.ssa Daniela Mascaro e Dott. Andrea Guerci

Il contributo unificato per i ricorsi al Giudice di Pace

Comitato di redazione della Rivista Giuridica della Circolazione e dei Trasporti

 

La legge finanziaria per il 2010, con l’art. 2, comma 212, ha introdotto il “contributo unificato”, ovvero, una tassa che grava sui ricorsi al Giudice di Pace (GdP). Tale manovra trova la sua giustificazione nell’intento di dissuadere i cittadini dal presentare ricorsi pretestuosi, che sono causa di aggravio ed appesantimento del contenzioso affidato alla magistratura onoraria.

Considerato che, nella maggior parte dei casi l’oggetto dei ricorsi al GdP riguarda le contravvenzioni al Codice della Strada, può spesso accadere che l’importo  del contributo da versare risulti superiore a quello della sanzione e che, quindi, non sarebbe conveniente presentare un ricorso.

Entrata in vigore dal 1° gennaio 2010, la norma ha già comportato una diminuzione del volume dei ricorsi (si registra un calo pari a –45,5%, rispetto al 2009) anche se è prematuro trarre conclusioni definitive sulla relativa efficacia.

Inoltre, la norma potrebbe comportare problemi sia di carattere pratico, sia di ordine costituzionale.

Con riferimento ai primi, potrebbe verificarsi uno spostamento del volume dei ricorsi dalla magistratura onoraria alle Prefetture, con il conseguente sovraccarico di procedimenti per i relativi uffici. Con riferimento ai secondi, alcuni esperti sollevano dubbi di costituzionalità su norma che rischia di creare una disparità di trattamento fra chi, ricorrendo al GdP, sarebbe costretto a pagare un tributo e chi, ricorrendo al Prefetto in via gerarchica, resterebbe esente da qualunque onere.

Lo stralcio dell'art. 2, comma 212, è consultabile nella sezione Dottrina, fascicolo marzo-aprile 2010 

 

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