L’atto n. C 2533 recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, nonché altre disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente” presentato alla Camera di iniziativa dell’On. Libè ed altri, è stato assegnato per l’esame in sede referente alla commissione II (Giustizia). L’analisi in Commissione non è ancora iniziata ma sono già stati richiesti i pareri delle commissioni 1ª (Aff. costit.), 7ª (Cultura), 8ª (Ambiente). Il presente disegno di legge mira all’introduzione delle fattispecie dei «delitti contro l'ambiente» all’interno del codice penale, esattamente nel libro secondo del codice penale, con il titolo VI-bis. La predisposizione di nuove fattispecie di reato, risulta necessaria per fronteggiare soprattutto l’azione delle organizzazioni criminali mafiose che vedono ormai nell'ambiente, nel territorio e nella gestione dei rifiuti una proficua risorsa. Gli strumenti attualmente a disposizione risultano insufficienti, se pensiamo che la materia è sanzionata per lo più attraverso reati contravvenzionali, a cui conseguono termini rapidi di prescrizione e pene leggere. I nuovi reati ambientali, si strutturano in base ad una nozione di ambiente molto ampia e comprensiva di vari beni giuridici. Si qualificano inoltre come delle norme penali «in bianco», perché consentono un facile e immediato rinvio alle norme tecniche e prevedono varie soglie di punibilità del fatto e di lesione del bene attraverso ipotesi di reati di pericolo presunto – concreto – e di danno, con un corrispondente crescendo della sanzione, ed anche incentivi premiali per il reo che ponga rimedio al pericolo o al danno cagionato. Il testo del disegno di legge, con la relazione di accompagnamento sono consultabili, nella rivista giuridica, sezione -Lavori preparatori-