I principali temi discussi dal Parlamento europeo durante l’ultima riunione hanno riguardato gli obiettivi internazionali vincolanti per ridurre le emissioni di CO2, le misure comunitarie e nazionali necessarie per fermare i cambiamenti climatici, una equa condivisione internazionale.
L’Unione europea è in grado di rispettare gli obiettivi di Kyoto per il periodo 2008-2012, ma bisogna avere una visione più a lungo termine, per permettere agli ecosistemi di adattarsi ai cambiamenti climatici. Si è posto, dunque, l’obiettivo del 30% di riduzione dei gas ad effetto serra entro il 2020.
Gli Stati membri hanno già preso l’impegno di ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra del 20% entro il 2012. Anche i paesi in via di sviluppo dovranno, ove possibile, assumersi maggiori responsabilità e fornire un contributo più incisivo, assumendo la guida e definendo essi stessi delle linee direttrici per ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 e del 60-80% entro il 2050.
La Commissione presenterà all’inizio di dicembre un pacchetto esaustivo di misure, che include lo scambio delle quote di emissione (ETS) nel campo dell’aviazione, la creazione di un mercato a basso utilizzo di carbonio nonché la promozione dell'efficienza energetica e dell’uso delle energie rinnovabili.
Si è sostenuto un chiaro approccio alla condivisione delle responsabilità ed al trasferimento tecnologico per i paesi in via di sviluppo in modo da incoraggiarli ad introdurre politiche climatiche facili da utilizzare, piuttosto che sanzionandoli.
Infine, si è sostenuto che gli obiettivi UE per ridurre del 20% le emissioni di CO2 entro il 2020 potranno essere raggiunti tra l’altro, anche aumentando l’utilizzo delle energie rinnovabili del 20% entro lo stesso periodo. Di qui la necessità di maggiori investimenti per l'efficienza energetica.