Bruxelles ha inviato all’Italia una lettera di diffida per non aver ancora rispettato i valori limite, in vigore dal 2005, della presenza di particelle sottili nell’aria responsabili dello smog; ed un secondo ammonimento, cui potrebbe seguire il deferimento alla Corte UE, sulle autorizzazioni per controllare le emissioni degli impianti industriali.
La lotta all'inquinamento è diventato un obiettivo trasversale nelle politiche europee, per le ripercussioni sulla salute e per il suo impatto socio-economico. Le particelle inquinanti trasportate dall’aria – c.d. PM10 - sono emesse dagli impianti industriali, dal traffico, dal riscaldamento domestico e possono provocare asma, problemi cardiovascolari, cancro al polmone e morte prematura.
Attualmente il superamento dei valori limite in vigore nell’UE dal primo gennaio 2005, riguardano 83 milioni di persone e 132 zone istituite al fine di controllare la qualità dell’aria; oltre all'Italia, Germania, Regno Unito, Svezia, Polonia, Portogallo, Spagna, Slovenia, Estonia e Cipro.
Nell’aprile scorso è già stata approvata dagli Stati membri una direttiva per un maggiore impegno a migliorare la qualità dell’aria. L'accordo - che pone obiettivi fino al 2020 - fissa livelli di concentrazione vincolanti per le micro-particelle (PM2,5) considerate tra gli inquinanti più pericolosi per la salute insieme alle particelle piu' grosse (PM10), già regolamentate.